9.Una sfida per il futuro

Se un uomo di una civiltà precedente apparisse improvvisamente tra l’umanità di oggi, probabilmente, gli sembrerebbe una razza di maghi e semidei.
Ma se costui fosse un Platone o un Pitagora e rifiutasse di farsi abbagliare dalle meraviglie del progresso tecnologico, capirebbe che questo moderno “mago” che scende in fondo all’oceano e si lancia sulla luna, ignora quanto accade nelle profondità del suo inconscio, non esplora i tanti piani della coscienza, non sospetta l’effetto dei propri pensieri e sentimenti, agisce ignorando l’interconnessione con tutti gli individui ed il cosmo.

Pitagora

Quel sapiente del passato capirebbe che ciò che manca all’umanità di oggi non è la tecnica, ma quell’ingrediente indispensabile a qualsiasi autentica civiltà: la Sapienza, un’eredità preziosa per l’umanità di ogni tempo.

Platone

Perché, dunque, non ripensare al presente come il tempo in cui raccogliere il “testimone” di questa Sapienza e al futuro come la realtà spazio-temporale nella quale realizzarne i Principi?
Non un futuro da prevedere, quindi, ma il tempo in cui accettare la sfida di un ripensamento di noi stessi, del mondo e di Dio, alla luce di una nuova ed antica conoscenza.

Una sfida per il futuro

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