“…..Maestro, quanti sogni avventurosi, sognammo sulle trame dei tuoi libri: la terra, il mare, il cielo e l’universo. Per te, con te poeta dei prodigi, varcammo in sogno oltre la scienza….” (in Morte di J.Verne 1905).
DEDICA DI GUIDO GOZZANO a Jules Verne
In effetti i romanzi di questo scrittore ci portano a vivere avventure ambientate nell’aria, nello spazio, nel sottosuolo e nei fondali marini.
Egli coniuga abilmente uno stile narrativo scorrevole, pieno di ottimismo con la verosimiglianza basandosi però sui progressi scientifici e tecnologici del suo tempo di cui è un grande ricercatore e divulgatore.
Da questo meraviglioso mix, si lascia suggestionare dando vita alla sue storie che lo sanciscono come uno dei padri della fantascienza moderna.
Anticipò realizzazioni e applicazioni tecnologiche ma in quanto attento ricercatore venne anche ispirato.
E’ nel ciclo dei romanzi definiti “scientifici” , esattamente nel secondo volume della trilogia composta da “I figli del Capitano” e “L’isola misteriosa”, che in “Ventimila leghe sotto i mari” troviamo descritto dal Capitano Nemo, il Nautilus.
Ad ispirare Verne, fu l’opera del primo sommergibile funzionante al mondo ideato dall’ingegnere statunitense Robert Fulton realizzata nel 1800 per Napoleone ma la produzione non venne sovvenzionata né dallo Stato francese e neppure da quello inglese in quanto giudicato “un’arma terribile, un ordigno moralmente inaccettabile”.
Ecco alcuni disegni di Robert Fulton:
Realizzazione:
“Ventimila leghe sotto i mari” venne pubblicato la prima volta nel 1870. Il motto del Nautilus di Verne è “Mobilis in Mobili” ovvero “Mobile in elemento mobile” così viene descritto:
“E’ un cilindro molto allungato a punte coniche. Si avvicina sensibilmente alla forma di un sigaro, forma già adottata a Londra per molte costruzioni marine. La lunghezza di questo cilindro, da un capo all’altro, è esattamente di settanta metri e la sua larghezza massima è di otto metri. Non è, perciò, costruito con le stesse proporzioni dei vostri vapori, ma le sue linee sono sufficientemente allungate e la sua carena è molto affusolata, affinché l’acqua spostata scivoli facilmente e non opponga alcuna resistenza alla sua marcia. Le due misure che vi ho dato vi permetteranno facilmente di ottenere, con un semplice calcolo, la superficie e il volume del Nautilus.” La sua area misura 1.011,45 metri quadrati e contiene 1.500,2 metri cubi. Una volta immerso completamente sposta 1500.2 metri cubi d’acqua, o 1500.2 tonnellate metriche. L’imbarcazione è in grado di viaggiare fino alla velocità di 50 nodi (92,60 km/h). Normalmente esso si immerge lasciando scoperta la sua parte superiore per un decimo ma, se i serbatoi sono pieni d’acqua, può immergersi per intero, scomparendo totalmente alla vista e fondendosi col mare ed è anfibia e spinto da “puliti” motori elettrici alimentati da batterie di sodio-mercurio e sfiora la velocità di 50 nodi ed inoltre in grado anche di operare un’efficace difesa dalle enormi creature che abitano i mari.”
In un clima di guerra fredda fra Stati Uniti d’America e Unione Sovietica e di rincorsa spasmodica al primato nell’ambito di sviluppo tecnologico fra queste due superpotenze, nel gennaio del 1954 venne varato dagli Americani il primo sommergibile a propulsione nucleare della storia di tutte le marine militari: lo USS –Nautilus (SSN -571).
Fu in grado di aggiudicarsi un gran numero di record, primo fra tutti la navigazione in immersione di tutto il Polo Nord, avvenuta nel 1958 dallo stretto di Bering fino alla Groenlandia Orientale.
Queste le dimensioni: lunghezza 97,5 metri – larghezza 8,5 metri; un dislocamento che oscilla fra le 2980 tonnellate in emersione fino a 3520 in immersione. Grazie al reattore nucleare era in grado di raggiungere la velocità di 43 km/h ovvero circa 23 nodi.
Il progetto fu pianificato e supervisionato dall’ammiraglio Rickover noto come il “Padre della marina nucleare”:
Dopo una gloriosa carriera, nel marzo del 1980 il Nautilus fu radiato dal servizio attivo. Oggi è una nave museo nel porto dove tutto ebbe inizio, a Groton presso il Submarine Force Museum.
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