CHI È MORGAN ROBERTSON? LUCI E OMBRE… di Claudia Caleffi

“E’ una fredda notte di primavera senza luna, quando la chiglia di una grande nave passeggeri solca le acque dell’Atlantico.
Naviga così velocemente, in sprezzo di ogni cautela, che sta per battere ogni record di traversata.
Tecnologicamente è all’avanguardia, tanto che i costruttori la ritengono inaffondabile.
All’improvviso la sagoma di un grosso iceberg emerge nell’oscurità.
Troppo tardi per correggere la rotta; l’impatto è inevitabile.”

Futility or the Wreck of the Titan

Non è un articolo di testata giornalistica relativamente a quanto accaduto al famosissimo transatlantico Titanic ma alcuni passi tratti dal racconto drammatico descritto nel libro “Futility or The Wreck of the Titan”  (nella prima edizione del 1898 solo “Futility”), scritto da Morgan Robertson e tradotto nell’edizione italiana con il titolo “Il Naufragio del Titan”. Tantissime sono le corrispondenze e analogie di questo romanzo scritto 14 anni prima della tragedia del Titanic.

Le coincidenze tra realtà e immaginazione sono davvero incredibili tanto che è normale interrogarsi se questo romanzo sia davvero una profezia oppure l’accurata e minuziosa analisi di un evento che con quelle caratteristiche sarebbe potuto statisticamente accadere. Ancora oggi questo scritto continua a suscitare curiosità e interrogativi alimentando questa aura di mistero. 

Morgan Robertson
Morgan Robertson

Chi è Morgan Robertson? E’ uno scrittore e “inventore” statunitense. Inventore perché lui sosteneva di aver progettato il prototipo del periscopio utilizzato sulle imbarcazioni, ma non ottenne il brevetto attribuito ad altri inventori. Classe 1861, figlio di un capitano di marina. Lui stesso fu imbarcato per circa 10 anni su navi mercantili per questo conosceva il mare, i suoi pericoli e insidie…

Inoltre a quel tempo il trasporto marittimo era importante e fondamentale quasi quanto quello aereo dei nostri giorni.

Quanto all’ipotesi che una nave potesse naufragare per collisione causa blocchi di ghiaccio, non era una fantasia letteraria ma una realtà e anzi l’evento più temuto sulla rotta del nord Atlantico.

1° Edizione di Futility

Senza contare poi che circa 6 anni prima la pubblicazione del libro, si vociferava circa la costruzione di una imbarcazione in grado di battere ogni record in velocità e dimensione ma soprattutto definita inaffondabile grazie al suo scafo diviso in 16 compartimenti stagni, quindi progettata per stare a galla anche se alcuni compartimenti avessero imbarcato acqua.  Alla luce di queste considerazioni possiamo ancora definire Morgan Robertson un veggente? Oppure semplicemente la sua intenzione era quella di lanciare un monito, un pericolo preannunciato da non sottovalutare?

Anche il primo titolo dell’opera mi sembra molto eloquente: “Futility”, Futilità!  Difficile a dirsi e non lo sapremo mai anche se lui stesso si definisce un sensitivo, uno che ha tratto le sue ispirazioni e idee dal “suo compagno di scrittura astrale”

Beyond the Spectrum

A sostegno di questa sua particolarità ci viene in soccorso un altro racconto, scritto nel 1914, un anno prima della sua morte, dal titolo “Beyond the Spectrum”, tradotto in “Oltre lo spettro”. In questa opera, lo scrittore racconta di una guerra tra Stati Uniti e il Giappone in seguito ad un attacco a sorpresa dei giapponesi, con armi dai bagliori accecanti, ad una spedizione navale.

Ancora una volta Robertson preannuncia 27 anni prima quello che accadrà a Pearl Harbor (nella realtà una base militare), e che determinerà l’ingresso degli Stati Uniti d’America nella seconda Guerra Mondiale.