3 Dicembre 2024

La necessità e la ricerca di conoscere e nello stesso tempo di comunicare sono insite nella natura dell’individuo non si oppongono ad essa.

La capacità di narrare che possa essere attraverso il mito, le favole, il canto o la poesia, è la dimensione fondamentale e insopprimibile del pensiero umano attraverso l’uso di parole, immagini e ricordi.

Scientificamente, la parte del cervello che ha caratterizzato la crescente evoluzione degli esseri umani pare sia proprio il lobo frontale e le aree corticali, le aree appunto dedicate al linguaggio, all’immaginazione e alla visualizzazione.

Tommaso Palamidessi nei suoi testi cita l’importanza delle facoltà dell’intelletto quali appunto la volontà, l’attenzione, l’immaginazione, la visualizzazione e la memoria che ci permettono di svuotare la mente da tutto ciò che può distogliere la nostra concentrazione su un preciso obiettivo tanto da prolungare questo stato fino alla meditazione e anche oltre, realizzando la contemplazione.

E’ l’arte di conoscere noi stessi nella nostra interiorità, la Natura e il Cosmo con le sue dimensioni in cui siamo immersi.

Facoltà che nell’uomo e nella donna si trovano in uno stato latente ma con opportuni, costanti e mirati esercizi possono essere attivate e potenziate.

Lo spirito umano, la parte più eccelsa dell’individuo ha in sé la facoltà contemplativa e una immaginazione, spontanea o provocata, evocatrice e invocatrice definita per queste due qualità: immaginazione creativa.

Immaginazione e visualizzazione si basano sulle leggi universali della suggestione che hanno il potere di tenere viva e desta la meta e lo scopo che ci siamo prefissati. Sottolinea Palamidessi:

“L’immaginazione creatrice, quando è diretta dal fuoco della volontà animata da una precisa intenzione, è potente quanto una fiamma ossidrica, e dissocia, unifica, trasmuta” (5).

Può capitare di confondere il termine immaginazione con fantasia, di utilizzarli in modo univoco e/o considerarli sinonimi. Eppure già dalla loro etimologia si possono notare differenze.

Fantasia si ricollega al latino phantasia, dal greco φαντασία (phantasia) traducibile con apparizione, manifestazione.

Immaginazione, da imago cioè immagine.

Fantasia rimane più un concetto effimero e astratto con una assonanza al termine fantasma; immaginazione è la rappresentazione sensoriale della realtà percepita. Racchiude il senso della frase: “in me mago agere”!

Immaginazione è l’insieme di due vocaboli latini: imus, cioè fondo, basso, traducibile con profondità e agere, cioè agire quindi un lavoro che è interiore e che smuove.

Possiamo quindi considerare l’immaginazione come il mezzo per rendere visibile ciò che la fantasia, l’invenzione e la creatività pensano?

Bibliografia essenziale:

1.Dizionario della lingua italiana – Treccani.

2.Dizionario etimologico della lingua italiana – Zanichelli

Dalla Collana della Scuola Archeosofica:

3.RISVEGLIO E SVILUPPO DEI CENTRI DI FORZA – Quaderno n.15, Tommaso Palamidessi, Archeosofica

4.L’ASCESI ARTISTICA, I COLORI E LA PITTURA – Quaderno n. 27, Tommaso Palamidessi, Archeosofica

5.GLI ESERCIZI SPIRITUALI QUOTIDIANI DELL’ARCHEOSOFO – Quaderno n.41, pag.3, Tommaso Palamidessi, Archeosofica

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