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La necessità e la ricerca di conoscere e nello stesso tempo di comunicare sono insite nella natura dell’individuo non si oppongono ad essa.
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La capacità di narrare che possa essere attraverso il mito, le favole, il canto o la poesia, è la dimensione fondamentale e insopprimibile del pensiero umano attraverso l’uso di parole, immagini e ricordi.
Scientificamente, la parte del cervello che ha caratterizzato la crescente evoluzione degli esseri umani pare sia proprio il lobo frontale e le aree corticali, le aree appunto dedicate al linguaggio, all’immaginazione e alla visualizzazione.
Tommaso Palamidessi nei suoi testi cita l’importanza delle facoltà dell’intelletto quali appunto la volontà, l’attenzione, l’immaginazione, la visualizzazione e la memoria che ci permettono di svuotare la mente da tutto ciò che può distogliere la nostra concentrazione su un preciso obiettivo tanto da prolungare questo stato fino alla meditazione e anche oltre, realizzando la contemplazione.
E’ l’arte di conoscere noi stessi nella nostra interiorità, la Natura e il Cosmo con le sue dimensioni in cui siamo immersi.
Facoltà che nell’uomo e nella donna si trovano in uno stato latente ma con opportuni, costanti e mirati esercizi possono essere attivate e potenziate.
Lo spirito umano, la parte più eccelsa dell’individuo ha in sé la facoltà contemplativa e una immaginazione, spontanea o provocata, evocatrice e invocatrice definita per queste due qualità: immaginazione creativa.
Immaginazione e visualizzazione si basano sulle leggi universali della suggestione che hanno il potere di tenere viva e desta la meta e lo scopo che ci siamo prefissati. Sottolinea Palamidessi:
“L’immaginazione creatrice, quando è diretta dal fuoco della volontà animata da una precisa intenzione, è potente quanto una fiamma ossidrica, e dissocia, unifica, trasmuta” (5).
Può capitare di confondere il termine immaginazione con fantasia, di utilizzarli in modo univoco e/o considerarli sinonimi. Eppure già dalla loro etimologia si possono notare differenze.
Fantasia si ricollega al latino phantasia, dal greco φαντασία (phantasia) traducibile con apparizione, manifestazione.
Immaginazione, da imago cioè immagine.
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Fantasia rimane più un concetto effimero e astratto con una assonanza al termine fantasma; immaginazione è la rappresentazione sensoriale della realtà percepita. Racchiude il senso della frase: “in me mago agere”!
Immaginazione è l’insieme di due vocaboli latini: imus, cioè fondo, basso, traducibile con profondità e agere, cioè agire quindi un lavoro che è interiore e che smuove.
Possiamo quindi considerare l’immaginazione come il mezzo per rendere visibile ciò che la fantasia, l’invenzione e la creatività pensano?
Bibliografia essenziale:
1.Dizionario della lingua italiana – Treccani.
2.Dizionario etimologico della lingua italiana – Zanichelli
Dalla Collana della Scuola Archeosofica:
3.RISVEGLIO E SVILUPPO DEI CENTRI DI FORZA – Quaderno n.15, Tommaso Palamidessi, Archeosofica
4.L’ASCESI ARTISTICA, I COLORI E LA PITTURA – Quaderno n. 27, Tommaso Palamidessi, Archeosofica
5.GLI ESERCIZI SPIRITUALI QUOTIDIANI DELL’ARCHEOSOFO – Quaderno n.41, pag.3, Tommaso Palamidessi, Archeosofica