10 Ottobre 2024

Nel ciclo “Visioni e Profezie” abbiamo dedicato un incontro dove sono state presentate opere di narrativa classica nelle quali è possibile cogliere premonizioni quasi “profetiche” su fatti e cose che avranno una loro concreta realizzazione nel futuro.

Come ad esempio nei libri di Jules Verne, scrittore francese vissuto tra la fine del 1800 e 1900 e per tutti padre di un nuovo genere letterario: la fantascienza moderna.

Tommaso Palamidessi, nel suo volume “ASTROLOGIA MONDIALE”, ha riconosciuto in Verne un “Romanziere e profeta scientifico” (1).

In realtà, per quanto riguarda questo scrittore, sarebbe più giusto parlare di narrativa che si appoggia e coniuga scienza e tecnologia dove accanto ad una ricca e fervida immaginazione, troviamo una puntigliosa ricerca e documentazione.

Jules Verne sosteneva come ogni dato geografico e scientifico contenuto nelle sue opere “fosse stato esaminato nel dettaglio e sicuramente esatto”.

Non a caso, ancor prima del successo nel campo della letteratura, si occupò per anni della sezione scientifica nella rivista letteraria Musée des familles.

Verne gioca con la verosimiglianza, basandosi ai progressi in ogni ambito della sua epoca e utilizzando dati incontrovertibili della realtà in cui vive, si lascia ispirare dalle informazioni che via via immagazzina, per poi dare vita alle sue storie fantastiche.

Se cerchiamo i sinonimi del termine “scientifico” troviamo questi aggettivi: tecnico, tecnologico, matematico rigoroso, preciso, razionale, inconfutabile, incontestabile, provato, dimostrato, certo, sicuro, dimostrabile, verificabile… attraverso il metodo scientifico moderno.

Intorno al 1500/1600, grandi menti rivoluzionarie e anticonvenzionali quali Copernico, Newton e Galileo si posero nuove domande e dubbi ponendo le basi di una nuova mentalità che portò a straordinarie scoperte.

Prima di questa data, non è che l’uomo “non ragionasse” o “non osservasse” la natura: porsi degli interrogativi e darsi delle risposte con il ragionamento è tutto sommato un comportamento che può essere chiamata “scienza”, solo che questa non era ancora una disciplina autonoma e separata come successivamente divenne, bensì si presentava come una propaggine della filosofia o della teologia. Dall’osservazione, alla interpretazione quantitativa dei fenomeni. Come accadono? Quali e quanti fattori entrano in gioco?

Per rispondere a tutte queste domande, Galileo trasforma l’esperienza in esperimento: non basta osservare il fenomeno, è necessario anche che lo studioso lo riproduca in condizioni misurabili e replicabili ma non solo! I dati devono essere raccolti e rielaborati matematicamente affinché una ipotesi possa diventare una legge valida per tutti i fenomeni come quello riprodotto. Il metodo scientifico messo a punto da Galileo Galilei è ancora oggi utilizzato dalla comunità scientifica ed è composto da alcune tappe fondamentali:

– l’osservazione del fenomeno.

– la misurazione degli aspetti in gioco.

– la formulazione di un’ipotesi.

– la verifica dell’ipotesi tramite esperimento.

– la formulazione della legge.

– la possibilità di ripetere l’esperimento.

I dogmi rigorosi del metodo scientifico si basano sulla riproducibilità e statistica, dove tutto deve essere misurato. Secondo questa metodologia, si è però sicuri di aver ottenuto esclusivamente dati certi? Se facciamo rientrare tutto nella sola dimensione del visibile, del misurabile e dell’osservabile, si esclude a priori tutto quello che c’è oltre la materia fisica e di cui ne percepiamo l’esistenza, attraverso i suoi effetti.

La scienza per come la conosciamo oggi e per come l’ha vissuta Verne, ci ha portato a mete stupefacenti ma purtroppo arriva sempre ai confini del non spiegabile, al non riproducibile e non dimostrabile. I progressi scientifici del 21° secolo e l’avanzare di nuove teorie, che hanno di fatto progressivamente smantellato le tesi materialistiche del secolo precedente, segnano un netta inversione aprendosi all’indagine metafisica.

Potremmo fissare un tempo prima e dopo Einstein, dove prima la cosmologia non era considerata una scienza ma ancora una volta un settore della filosofia e non vantava alcuna legittimità scientifica e nessuna discussione era possibile sull’argomento.

Il vocabolo “Cosmologia” è la sintesi di due termini di derivazione greca: kosmos appunto ordine – mondo e logos, discorso. Oggi parliamo di scienziati nel campo della cosmologia tra cui ad esempio il premio Nobel per la fisica nel 2006 George Smoot, ma anche della facoltà di cosmologia presente nelle Università come studio del mondo come sistema ordinato. Dove possiamo però trovare il punto di convergenza per superare la contrapposizione tra scienza e metafisica?

La sintesi è nella ricerca e esperienza archeosofica, la scienza dei Principi da  cui  comprendere l’universo e in esso definire il ruolo e lo scopo dell’individuo.

La rivelazione contempla leggi o principi che ordinano il caos cosmico iniziale in un cosmo. Una volta provata sperimentalmente la validità di alcune leggi di natura si può dedurre l’esistenza di altre, attualmente sconosciute, che completerebbero la conoscenza del mondo visibile e invisibile; se ne trae che la totalità delle leggi o principi fondamentali costituiscono il “corpo” di una “Sapienza” presente “in principio” (Gen.1,1), quando nulla esisteva, prima della creazione dell’uomo e dell’universo” (2 – da Spazio – Tempo – Energia di Alessandro Benassai – BastogiLibri 12/2018).

La ricerca archeosofica rappresenta un approccio rivoluzionario e profondamente significativo per comprendere l’universo e la natura umana. Fondata sulla fusione di antiche conoscenze esoteriche e scoperte moderne, essa offre una visione integrata che va oltre i confini della scienza tradizionale e della filosofia e non solo, attraverso la sperimentazione amplia la nostra comprensione e consapevolezza del cosmo, offrendo una prospettiva più completa sulla natura umana e sul nostro ruolo nell’universo. Essa invita a una riflessione profonda sulle connessioni tra la nostra esistenza individuale e l’infinita complessità del tutto, suggerendo che, la vera conoscenza emerge dall’armonia tra scienza, filosofia e spiritualità. Il testo “COSMOLOGIA SCIENTIFICA E RICERCA ARCHEOSOFICA”, mette in evidenza proprio questi aspetti, sottolineando l’importanza di un approccio integrato e multidisciplinare per esplorare i misteri dell’esistenza e dell’universo.

BIBLIOGRAFIA

1 – ASTROLOGIA MONDIALE. Tommaso Palamidessi, Archeosofica, pag.388.

2 – SPAZIO – TEMPO – ENERGIA. Alessandro Benassai. BastogiLibri 12/2018.

3 – COSMOLOGIA SCIENTIFICA E RICERCA ARCHEOSOFICA. Alessandro Benassai. Archeosofica, 2023.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Translate »